gente di friburgo/gustav

25 11 2009

lo seguiamo da un po’, per note artistiche precisamente del nostro genere.

Ve lo lasciamo in assaggio, consigliandovene una consumazione scordinata e continuativa, e più che altro, riservata. Ai pochi che, come noi, lo apprezzeranno in ogni nota, lo passeggeranno in ogni strada, dondolandocisi impercettibilmente.

Assaporatelo qui, cominciando dalla Berceuse.

E se decidete di comprarlo, canticchiarlo, riproporlo, in una serata di stelle sotto la cattedrale, ci vediamo a Friburgo.





Fribourg, a year later

7 08 2009

Per me,
che un anno fa scappavo dalle cose
finivo a friburgo
a parlare con una cattedrale

Per te,
che volevi migliorare il francese
e hai imparato l’italiano

Per le ore infinite di lavoro
che ci hanno unito
senza darci il tempo di capire

Per il mio dente
che si è messo in mezzo
tra la tua mano
i miei capelli
quel che ancora non sapevamo

per il coraggio di starsi accanto
in tutte le lingue
in mezzo a una frontiera

trovarsi
sui tetti di una città
scoprire
il senso della vita
un ponte
tu

ad attendermi.

Fribourg, rue des épouses, 9





je sais tu sais savez-vous?

1 03 2009

Eccoci qui dove non ce l’aspettavamo e non ci aspettavate. Per quelli di voi che ci leggono da un poco, che poco tempo è ch’esprimiamo reconditissimi desideri privatamente tenuti e tenuamente dipinti che timidamente s’affacciavano al mondo di quelli che con la razionalità ci convolano e sorvolano anzitutto, per quelli dicevamo e richiamiamo a concitatissima attenzione, eccoci, che un anno dopo e con fascinosissima promozione ci richiamano, che mai si sfugge di quel che siamo, ci richiamano a fRilingue e noi desideriamo e c’interroghiamo. C’interroghiamo sì, s’el cuore ancora e ancora sovrasti la ragione e le nostre sincerissime promesse di piedi attaccati a terra che pur non sanno stare. Allora, immutoliti dei sentimentimenti tutti e confusamente spostandoci cerchiamo le risposte in fondo al cuore e nei lacci delle scarpe e c’accomodiamo, e a voi ci rivolgiamo. Ebbene sì, chiediamo l’aiuto del pubblico.





fribourg mon amour

25 08 2008

A Friburgo ci siamo andati cercando il senso della vita. Sì sì, proprio il senso della vita. No, non una di quelle cose dipocaimportanza che ci raccontiamo per trovare mezzi significati di seconda mano che ci giustifichino l’iscrizione alla palestra più costosa della città e la vacanza a formentera presa con il low cost che poi alla fine lavoriamo tutto l’anno e un poco ce la meritiamo anche. Noi ci siamo andati in treno, quattro ore e mezza di pura passione, e una stazione piccola che ci parla in tre lingue. Siamo arrivati che già pioveva e non ci abbiamo messo molto a caderci innamorati. Friburgo è piccina, come quelle bomboniere della cresima, che no che non si danno molta importanza. Come una bomboniera, essa è lì immobile tra il suo fiume e i ponti, e la città vecchia che si coccola tra le mura. Potete passeggiare lentamente, prendervi del tempo e già che ci siete anche una gaufre. Tutto è piccolo e carino, tutto si muove con il ritmo dolce e lento di un valzer che avevate sottovalutato. Siete lì, persi tra la dolcezza del momento e indecisi tra il Belvedere e la Sarine. E’ adesso che la vedete. Lei è lì, alta e bellissima, in religioso silenzio. Essa cattedrale è roba veramente forte amici. Noi siamo rimasti lì a guardarcela per un mese intero certi che volesse dirci qualcosa, rimirandocela e accarezzandocela con il pensiero, e in quel pensiero dolce perdendoci abbiamo atteso d’essere pronti. Quando poi siamo stati pronti abbiamo fatto una colazione abbondante, a base di pane burro ed elvetica marmellata. Siamo partiti di buon’ora e ci siamo incamminati. Abbiamo percorso la Rue de Lausanne come un percorso mistico verso la conoscenza di noi stessi, pronti a perderci e ritrovarci. Abbiamo percorso i 368 scalini con l’immobile lentezza di chi ha mangiato troppo paneburroemarmellata. Ci siamo fermati ad ogni finestra a guardar giù, sentirci un poco più vicini al cielo intrappolati in splendide vertigini. Siamo arrivati alla cima e abbiamo aperto la porticina. La risposta era lì, seduta ad attenderci, con lo sguardo di chi è una vita che ti aspetto. Sense of life is building bridges.





le buone notizie sono migliori delle cattive

6 05 2008

Dobbiamo parteciparvi della notizia. Sì, vorremmo tenerla per noi, crogiolarcene ancora un po’ e piangere di gioia tutto il fine settimana. Ma non possiamo che è troppo bello e da quella telefonata lì non facciamo che saltare di gioia come canguri. Che insomma ad agosto ci attendono due settimane in quel di Friburgo. Sì, quella Friburgo lì che ci appare in sogno e nelle migliori visioni diurne da panico impiegatizio. Sì, che ci sentiamo già con un piede in Svizzera. Che col cuore ci siamo da tutta una vita.